Drusilla / Juliet Landau

Juliet e i vampiri

Tra gli interpreti di Buffy, una delle più attive con il fandom, partecipando con entusiasmo a tante iniziative è stata fin da subito Juliet Landau, la bella e dannata Drusilla. Per i nerd un po’ attempati, Juliet era innanzitutto la figlia del comandante Koenig e della dottoressa Russell di Spazio: 1999, al secolo Martin Landau e Barbara Bain.

Recentemente Juliet ha realizzato un film dal titolo A place among the dead, uno studio sui vampiri tra documentario e fiction, con la partecipazione di Joss Whedon, Anne Rice, Robert Patrick e altri.

Il film, in cui Juliet si ritaglia una parte, parla anche di narcisismo ed abusi, e l’attrice si è scagliata contro i suoi genitori.

Io ricordo gli articoli degli anni Settanta in cui la famiglia Landau era dipinta come una delle poche veramente felici ad Hollywood: dedicai anche un articolo da giornalista in erba a questo, perché per anni la notizia che girava era questa, di genitori supportivi ed amorevoli verso le due figlie, anche dopo il loro divorzio. Negli ultimi dieci anni Juliet Landau ha interrotto ogni rapporto con i genitori, non è nemmeno andata al funerale del padre ed accusa papà e mamma non delle cose orrende di Joan Crawford e Marion Zimmer Bradley, ma di essere stati narcisisti e pronti a tarparle le ali perché non sopportavano che lei potesse diventare famosa.

Io non conosco ovviamente personalmente lei e la sua famiglia, mi piaceva quest’idea che davano all’epoca, del resto chi non ha avuto problemi con i propri genitori? Potrei raccontare anch’io di battute sminuenti sul mio desiderio di fare la scrittrice, liquidato come uno stupido sogno da ragazzina (e infatti io adesso faccio quello) o sui bastoni tra le ruote che mi furono messi perché non andava bene che mi occupassi di fumetti ed editoria, erano solo hobby in famiglia, dovevo cercarmi un lavoro serio, nello specifico passare mesi o anni a frustrarmi studiando materie ostiche per degli inutili concorsi pubblici o a mandare curriculum a raffica in aziende per finire a fare l’impiegata frustrata. Questo mi ha fatto molto male e mi ha portata a fare scelte sbagliate per anni, però credo che alla fine bisogna anche non perdonare, ma capire e provare ad andare avanti, ribadendo però che nessuno ha più il diritto di metterti i piedi in testa, di importi delle cose e di dirti cosa devi e non devi fare. Poi, ripeto, io non conosco il caso specifico di Juliet.